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A T E C A - E R

Il sindacato dei Professionisti della Radioprotezione

... l'associazione che non c'era !!

Il 26 febbraio si è tenuta il primo incontro pubblico organizzato da ATECA-ER, il sindacato datoriale e professionale degli Esperti di Radioprotezione. Dato il particolare momento, si è tenuto in modalità telematica, e ha avuto un numero di iscrizioni di circa 350 tra soci e non soci. Il tema dell’evento è stato LA TUTELA DELL’ ESPERTO di RADIOPROTEZIONE ALLA LUCE DEL RECEPIMENTO DELLA 2013/59/EURATOM. La durata è stata di 3 ore (abbondanti) durante le quali si sono alternati relatori e interventi di grande valore e di specifico interesse per l’argomento trattato.

Uno degli obiettivi, oltre a far conoscere il sindacato e quanto sta tentando di mettere in atto, e’ quello di trovare in aziende e singole persone fisiche, soci ordinari o sostenitori, finanziamenti o donazioni con lo scopo specifico di iniziare le azioni che qui si stanno presentando.

Ha presieduto l’evento la Presidente di ATECA-ER, la prof.ssa Anna Russo, che dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, ha introdotto l’argomento ricordando quale sia la storia dell’Esperto Qualificato in Radioprotezione, fin dal lontano 1964, attraverso il DPR 185, passando per il D. Lgs. 230/95, con tutte le sue modifiche e integrazioni, per arrivare al D. Lgs. 101/20 e alla mortificazione della figura professionale rappresentata, tale da portare nocumento all’intero sistema di radioprotezione Nazionale. La Presidente ha fatto notare come vi sia stata una corsa, a partire dall’uscita della Direttiva Europea, al posizionamento commerciale di figure fino ad allora estranee al mondo della radioprotezione, fino ad arrivare a palesi ingerenze nel mondo professionale degli Esperti Qualificati (mi si consenta, per quest’ultima occasione, di continuare a chiamarli, volutamente, in questo modo) da parte di associazioni e professionisti che, in forza del lavoro lobbistico compiuto, si sentono nel diritto di operare per stravolgere il significato della norma italiana, e soprattutto della Direttiva Europea, a favore di tornaconti personali e a nocumento della protezione dalle radiazioni dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente. Ciononostante, la nostra Presidente, rinnova l’invito a tutti coloro, privati e associazioni, che siano interessati al mondo della radioprotezione, al confronto sereno e intellettualmente onesto. Traspare, in questo breve intervento introduttivo, tutta la passione e l’amore per la professione che contraddistinguono la Presidente, e siamo tutti certi che la sua guida e la sua esperienza sarà di grande aiuto nel tentare di dipanare i nodi che l’ultima normativa pone al mondo della radioprotezione e in particolare all’Esperto Qualificato.

Al termine del proprio intervento, la prof.ssa Russo introduce l’avv. Piccolo, tesoriere e membro del Consiglio Direttivo di ATECA Nazionale, sindacato madre di cui ATECA-ER è emanazione diretta.

L’avv. Piccolo ci parla di ATECA Nazionale, portando i saluti del Presidente e di tutto il Consiglio Direttivo, ricordandoci che è un sindacato ufficialmente riconosciuto, con una posizione definita formalmente dal Ministero del Lavoro come ”maggiormente rappresentativa”. La Divisione IV della Direzione Generale dei Rapporti di lavoro e delle relazioni industriali è preposta alla raccolta annuale degli elementi di valutazione in ordine alla rappresentatività, a livello nazionale, delle OO.SS. dei lavoratori e dei datori di lavoro nel settore privato. La raccolta dei predetti elementi di valutazione è finalizzata soprattutto alla individuazione delle OO.SS. maggiormente rappresentative ai fini della costituzione degli organismi a partecipazione sindacale, ai sensi delle diverse normative che li istituiscono. Tale problema ha formato oggetto di esame da parte di una giurisprudenza amministrativa ormai cospicua, la quale, in assenza di positive indicazioni normative, ha ricavato dai principi generali dell’ordinamento alcuni criteri orientativi per l’azione dell’Autorità Amministrativa. Il giudizio sulla “maggiore rappresentatività” deve essere il risultato di un complesso di elementi da esaminare caso per caso. ATECA Nazionale, e conseguentemente ATECA-ER è insignita di una tale “maggiore rappresentatività”, che comporta, per esempio, di essere elencata tra le parti sociali di cui il Governo deve tener conto.

Inoltre l’avv. Piccolo, elenca una serie di attribuzioni e di possibilità che la forma sindacale riconosciuta, permette ad ATECA, tra le quali:

  • sono stati costituiti sia un Ente Bilaterale, sia un Organismo Paritetico collateralmente al sindacato
  • il sindacato è provider formativo, anche ECM
  • il sindacato a diritto di partecipare alla sottoscrizione di Contratti Collettivi Nazionali, per i settori rappresentati

Al termine dell’intervento, l’avv. Piccolo ci augura un buon proseguimento dei lavori, portando vividi complimenti per l’interessante tema scelto e per l’organizzazione.

La nostra moderatrice dott.ssa Emanuela Tumminia, introduce il dott. Francesco Campanella, funzionario de INAIL dirigente del settore radiazioni ionizzanti.

Il dott. Campanella fa un excursus storico della formazione del recepimento della Direttiva Europea nel D. Lgs. 101/20, a partire dal primo tavolo tecnico, poi abortito, fino alla costituzione del tavolo che ha poi scritto il testo definitivo. Ci informa sul fatto che i Ministeri competenti sono in attesa di osservazioni al testo definitivo da parte della Commissione Europea, osservazioni alle quali lo stato membro si dovrebbe comunque conformare. Contestualmente, durante questa attesa, si sta comunque pensando di scrivere un decreto correttivo che, indipendentemente dai commenti attesi, possa migliorare il testo licenziato, sia per quanto riguarda meri errori materiali, sia in relazione ad una migliore interpretazione dello spirito della Direttiva Europea. Al tavolo tecnico di questo correttivo, il dott. Campanella è invitato quale rappresentate di INAIL, organo tecnico del Ministero del Lavoro. E’ in questo scenario, quello relativo alla scrittura di un decreto correttivo, che il dott. Campanella intravede maggior possibilità, per una realtà sindacale come ATECA-ER, di tentare di incidere, portando le proprie. Senza un tal genere di stimoli, difficilmente istanze informali verranno prese in considerazione, anche nell’ipotesi che il tempo di revisione del 101 non possa essere portato a termine prima di un anno – un anno e mezzo. Allo stesso modo, ritiene difficile che si possano prendere in considerazione istanze provenienti da processi giurisdizionali.

Ricorda che il CNI e la Federazione degli ordini dei chimici e dei fisici, hanno già inviato istanze di revisione ai ministeri competenti. Suggerisce ad ATECA di presentare le proprie istanze in documenti sintetici e pragmatici, all’indirizzo del Ministero del Lavoro e per conoscenza a tutti i ministeri correlati con il D. Lgs. 101, facendo più riferimento ad elementi di difficoltà operativa vissuti durante i primi mesi di applicazione del nuovo decreto e meno alla dignità professionale singola. Inoltre suggerisce di dare maggiore peso ad una azione verso le istituzioni Italiane, che non attraverso la Commissione Europea. Sostanzialmente, questo si traduce nel dare precedenza a istanze di tipo tecnico piuttosto che quelle che necessitano di un passaggio politico.

Il dott. Bonacci, co-organizzatore dell’evento, presenta il dott. Frittelli, il cui intervento è volto a fare delle differenze tra i passaggi di recepimento tra il percorso che ha portato al D. Lgs. 230/95 e quello che ha portato al D. Lgs. 101/20.

Il dott. Frittelli fa notare che il deciso avvicinamento della norma sulla radioprotezione a quella sulla sicurezza sul lavoro sia genericamente positivo, nonostante ponga alcune difficolta operative, come ad esempio il ricondurre l’obbligo di valutazione da rischio all’esposizione al Radon, unicamente contenuto all’interno dell’81/08, e che questo obbligo sarà difficilmente individuabile dai Datori di Lavoro interessati. Questo è solo un esempio rappresentativo delle difficoltà interpretative del D. Lgs. 101/20. Di queste difficoltà, ad oggi, se ne ritrovano diverse, a fronte di chiari effetti penali ed amministrativi.

Le eventuali correzioni a volte possono essere gestite abbastanza semplicemente, con delle variazioni di piccoli commi, in altri casi gli eventuali aggiustamenti potrebbero essere più complicati. Viene fatto l’esempio del Nulla Osta a carico dell’esercente che usa piccole macchine radiogene per ricerca, che in un punto sembra necessario, mentre in un punto successivo pare non lo sia. Anche il dott. Frittelli, quindi, conferma la necessità, dal suo punto di vista, di una profonda revisione dell’attuale decreto, nonostante pensi che alcune scelte operate dal legislatore siano difficilmente revisionabili, con un esplicito riferimento all’introduzione dell’Esperto di Radioprotezione di III grado sanitario.

Io stesso, di seguito, presento il pool di avvocati che ATECA-ER ha investito dell’incarico di portare a termine uno studio di fattibilità sulla denuncia in Commissione Europea di problematiche e difformità nate dal recepimento italiano nel proprio Ordinamento. Sono qui in rappresentanza del pool, gli avv.ti Caruso e Maresca.

L’avv. Caruso fa un cappello introduttivo, relativo alla distanza tra la Direttiva Europea e il 101, individuando profili di mancanza di omogeneità tra le due soprattutto negli ambiti della fisica medica, della gestione dell’esposizione al Radon e della terzietà della figura dell’Esperto in Radioprotezione. Tale mancanza di omogeneità può implicare una riduzione dell’ambito di intervento dell’Esperto in Radioprotezione, una mancanza di salvaguardia degli operatori del settore al servizio della collettività, una perdita di esperienza a nocumento della sicurezza pubblica.

L’avv. Maresca esordisce facendo una differenza fondamentale tra gli ordinamenti giuridici europeo e italiano: il primo è basato su concetti, il secondo su parole. Questo significa che nella trasposizione delle direttive il legislatore italiano fonda la propria azione sulle parole, tralasciando, spesso, il profilo concettuale. A questo si aggiungono le difficoltà di traduzione dei testi. In quest’ottica, fondamentale è risalire ai concetti fondanti della Direttiva Europea. Il margine di discrezionalità degli stati membri non può mai, comunque, andare oltre lo spirito della Direttiva. Quando uno Stato Membro, usando la propria discrezionalità, pone una restrizione all’esercizio di una attività, molto spesso ha usato questa discrezionalità in maniera illegittima, ed è quindi possibile aprire una segnalazione alla Commissione Europea.

Questo è il fulcro dell’azione che ATECA-ER vorrebbe portare avanti con una iniziativa legale – sindacale presso la Commissione Europea.

In seguito si è sviluppato un confronto al quale hanno partecipato attivamente i soci e gli intervenuti che ne abbiano fatto richiesta. Di particolare interesse è l’intervento dell’ing. Martellucci, che ci invita a combattere fianco a fianco per riportare la gestione del problema Radon sotto il cappello dell’Esperto di Radioprotezione. Ci informa che CNI ha già avviato due istanze presso i Ministeri competenti, una diretta proprio in questa direzione. L’intento è quello di riportare entro l’alveo di competenze dell’Esperto di Radioprotezione la gestione della problematica Radon. L’altra istanza riguarda la possibilità di accedere alla scuola di specializzazione in fisica sanitaria per laureati non esclusivamente in fisica, ma anche, per esempio, gli ingegneri biomedici.

La prof.ssa Biazzi ricorda come ANPEQ abbia tentato, con la pubblicazione di un Manifesto riguardante il recepimento della Direttiva Europea, nel 2016, di incidere nel processo di recepimento stesso. Allo stesso tempo sottolinea il fatto che all’epoca le associazioni siano state tenute al distanza dal processo. Si chiede inoltre quali siano le controparti di un sindacato che rappresenti i professionisti della radioprotezione. Io stesso le rispondo, farcendo un paragone spropositato ma attinente, ovvero ricordando che il ruolo di ATECA-ER è equivalente a quello di Confindustria, e che quindi i nostri interlocutori vorremmo che fossero le Istituzioni, le aziende di radioprotezione e le aziende che usano professionisti della radioprotezione anche internamente.

Concludo ringraziando tutti i relatori, molto preparati e con argomentazioni decisamente attinenti al tema, i preziosissimi avvocati, che ci stanno supportando nel percorso che il sindacato desidera compiere al di fuori delle istituzioni italiane, i soci e gli auditori che sono intervenuti, rendendo vivo e ancor più interessante il momento di confronto, la nostra Presidente la prof.ssa Anna Russo, i moderatori, Emanuela Tumminia e Francesco Bonacci, l’organizzazione tecnica di Angelo Capriotti e il gran lavoro di costruzione e coordinamento di tutto il Consiglio direttivo di Ateca-ER, a partire dal vicepresidente Vittorio Festa, e dai consiglieri Alessandro D’Aquila e Livia Fusilli, tesoriere ATECA-ER.

Un arrivederci a tutti e buon lavoro

Mauro Serio

Segretario Generale Ateca-ER

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